West coast’s roads

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Iniziano sempre da lontano i viaggi, come se così veramente riuscissi a goderteli un po’ di più. Il mio è iniziato a 500 Km da qui, col rumore di una bottiglietta d’acqua che rotolava in mezzo alla strada e una brezza fresca di un’alba d’Agosto. Dentro la mia felpa che mi copriva giù fino
alle dita lasciando scoperte solo le unghie, ero in attesa di un bus per l’aeroporto su una strada che di ricordi ne scatenava sin troppi dentro la mia testa. Percezioni altalenanti in treno, chiudere gli occhi e riaprirli in stazioni che si portano dietro sensazioni conosciute, non ci avevo pensato in effetti che in fondo quella sarebbe stata la prima volta di nuovo su quel percorso dall’inizio di Luglio. Avevo solo voglia di sentire il rumore dei carrelli dell’aereo che si staccassero da terra, lì sul serio mi sarei sentita libera, pronta per il viaggio, pronta per un’avventura tutta da scoprire a migliaia di chilometri da qui. Allora via. E dopo una ventina di ore ritrovarsi in un’altra dimensione, fra persone nuove e tutte da conoscere. Ci ho messo qualche giorno a rendermene conto, dovevo depurarmi prima, poi pian piano quel tempo che saettava impazzito ha iniziato a calmarsi e finalmente la mia tregua è iniziata. Il dilatarsi delle ore e dei giorni, l’ho capito infine, in fondo è davvero possibile. E dopo tre giorni che sono lì mi sembra già una vita, lo scorrere dei paesaggi lungo quelle strade mi stava davvero entrando negli occhi, giù fino in fondo, fino ad assorbire ogni particolare perché già sapevo che ci avrei messo un po’ a metabolizzare tutto, ma era giusto così, sarà la mia piccola scorta per i prossimi mesi. Ora so cosa significhi rimanere senza fiato davanti alla natura, l’ho provato un pomeriggio nel deserto, come se un’immagine davanti a me riuscisse a svuotare la testa, guardare e svuotare, sempre di più, fino a quando il filo diretto fra occhi e cervello diventa invisibile. Notti lunghe in un motel nel quale non riesco a dormire a dovere per chissà quale motivo, aprire gli occhi nel cuore della notte e non riuscire più a chiuderli, aspettare fino al suono della sveglia per poter giustificare la mia veglia. Poi le notti sono tornate ad essere brevi, intrise di sonno e di normalità, proprio come speravo. E’ bastato solo qualche giorno e tanto star bene che man mano accumulavo. E poi viaggiare in direzione South, giù fino a San Diego per scoprire l’Oceano nel quale avevo voglia di immergermi fino alla testa. E risalire. Essere una spugna, ecco cosa. Assorbire e assorbire ancora. Fino alla saturazione. Fino a quando non rimanga un solo poro libero. 72 sono le miglia in un deserto di notte, senza incrociare altri fari che fendano il buio, un cielo, una mezza luna e delle stelle assurde, se mai così si possano definire. Pori saturi sempre di più, uno ad uno. Una distesa di sale che col sole mi avrebbe accecato, montagne di sabbia, pori su pori. Si va, si va ancora, stavolta direzione North, e mare, e risate, e divertimento. E scoprire. Di sensi ne hai cinque e vuoi che siano tutti attivi. Perché lo spettacolo di una spiaggia che improvvisa ti compare davanti quando ancora sei immersa in una fitta vegetazione davvero non lo puoi dimenticare. Tre scemi lì seduti sulla sabbia che guardano davanti a loro, forse quelle nuvole la rendevano ancora più bella, non fosse altro perché davvero era semideserta, come fosse sul serio tutta per noi. Ora che sono di nuovo qui ho tre pietre sulla scrivania, una rossa, una verde e un pezzo di sale provenienti dalla Death Valley, sono lì, davanti ai miei occhi per non farmi dimenticare. Tre pietre sulla scrivania e un cent che una macchinetta ha schiacciato per me fino a renderlo ovale e a inciderci sopra dei delfini. E’ dentro il mio portafogli, sempre con me, un piccolo pezzo di un’esperienza che ti ha fatto ritrovare i colori proprio quando pensavi di averli smarriti.

5 Risposte to “West coast’s roads”

  1. mikayla Says:

    che gioia stamattina aprire il tuo blog e tornare a leggerti! Passavo di qui tutti i giorni in attesa di notizie e finalemnte sono arrivate. Vabbè, non nascondo un pò di invidia per il viaggio che vorrei da sempre fare io, ma prima o poi ce la farò! Spero che i colori che hai ritrovato on ti abbandonino più…
    Un grande abbraccio!

  2. arthur Says:

    Che piacere averti ritrovato!
    E poi quante emozioni dal tuo racconto, dal tuo viaggio…vissute di rimando, a ripercorrere momenti felici, per conoscere o, solamente per capire.
    Ben tornata.

  3. dott. wyllyam Says:

    azz. ehm… volevo dire… azz. bello. bello davvero. un viaggio unico. solo che la prossima volta che decidi di sparire così a lungo fammelo sapere prima. sono stato in pensiero…

  4. La Presidente Says:

    🙂 io lo conoscevo già questo racconto..ma come al solito scrivi da far invidia ai libri nelle librerie 😀
    Scusa se nn ti ho risposto al msg..
    auguri ritardatari per il “nostro” compleanno 😀
    Io ho fatto mega festazza in un locale con tutti gli amici, ho ricevuto cose bellissime..ah, ho ricevuto una borsetta, un foulard e una sciarpa guess e ti ho subitissimo pensata..!! chissà se abbiamo ricevuto un pò le stesse cose 🙂
    Un bacio gioia. ricordati che mi hai promesso di venire da me..appena ho casa nuova nn hai scuse..devi venire per forza..!! e collegati ogni tanto..porca puzza!!! un bacione..!!tvb

  5. davide Says:

    …mi piace il modo in cui scrivi

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